Stefano Fresi, Oddi, Nemesio Rea, Dioggene e io, Giacomo Battiato, siamo la stessa persona. Mettere in scena questo triplo monologo che ho scritto per Stefano è puro gaudio, per la sintonia e la reciproca stima che ci sono tra noi due. A ciò si aggiunge il piacere della sfida: tre lingue italiane diverse per ciascuno dei monologhi (volgare toscano, lingua corrente del nostro 21° secolo, romanesco), tre atmosfere, tre toni, tre stili.Epica e commedia, sberleffi e crudeltà. In ognuno dei tre quadri, apparentemente così diversi tra loro, ci sono gli stessi temi che ruotano. La violenza dei maschi, l’umana stupidità, la guerra, il bisogno di bellezza e di amore. Stefano Fresi è un gigante sulla scena.
Accanto a lui, ho voluto che ci fosse un solo elemento scenografico, diverso nei tre quadri: un mostruoso spaventapasseri, un’armatura, un bidone dell’immondizia. Tre simboli (paura, morte, rifiuti) in uno spettacolo che, a dispetto della violenza, della rabbia, delle ansie e del dolore trattati, considero un appello alla meraviglia del mondo e della vita. Giacomo Battiato
- Regia
- Giacomo Battiato
- Informazioni
- con Stefano Fresi regia Giacomo Battiato musiche di Germano Mazzocchetti scultore Oscar Aciar decoratore Bartolomeo Gobbo costumi Valentina Monticelli light designer Marco Palmieri produzione Teatro Stabile d’Abruzzo, Stefano Francioni Produzioni, Argot Produzioni