Tre colori – Film rosso
di Krzysztof Kieslowski
Il flm che chiude la trilogia dedicata ai principi fondamentali della Rivoluzione francese
PROGRAMMAZIONE TERMINATA

Valentine è una modella che vive a Ginevra e ha un compagno che sta a Londra con cui la relazione non va benissimo. Una sera investe una cagna che appartiene a un uomo solitario che scoprirà essere un giudice in pensione il quale sembra indifferente a ogni rapporto umano. L’uomo ha più di un segreto, uno dei quali riguarda un’attività illegale.

Kieslowski con questo film chiude la trilogia dedicata ai principi fondamentali della Rivoluzione francese (Libertà, Uguaglianza, Fraternità) e purtroppo, seppur inconsapevolmente, realizza la sua ultima opera cinematografica. Morirà infatti due anni dopo.

Sarebbe facile leggerlo come un film testamento ma non sarebbe corretto perché il regista stava già lavorando a un progetto su Inferno/Purgatorio/Paradiso. Si tratta invece di un’opera che chiude scientemente un percorso e che trova la propria conclusione in una collocazione geo-politica che è al contempo europea ed extra europea: la Svizzera. Non dimenticando però la Polonia postcomunista con le sue luci (poche) e le sue ombre (inquietanti) a cui viene fatto riferimento parlando di un furto d’auto ai danni del compagno di Valentine.

La critica ha considerato questo film come una nuova salita ai vertici sia dell’intreccio narrativo sia del linguaggio visivo dopo la presunta cedevolezza di Film bianco.

Si è puntato molto sul rapporto con la figura paterna andandola ad identificare nel ruolo affidato a un sempre perfetto Jean-Louis Trintignant. C’è però qualcosa di più e di diverso perché non va dimenticato che Kieslowski è l’autore del tanto laico quanto profondamente spirituale Decalogo che lo fece conoscere al più vasto pubblico europeo. In quel giudice che si è ritirato dal mondo, che mostra indifferenza nei confronti di qualsiasi possibile coinvolgimento di sentimenti (a partire dalla cagna ferita e incinta), in quell’uomo anziano, di cui scopriremo le ragioni del prepensionamento, che ascolta (meglio: spia) le conversazioni telefoniche altrui venendo così a conoscenza di ciò che dovrebbe restare incognito si può leggere l’immagine di Dio secondo Kieslowski. Un Dio che ha deciso di allontanarsi dal mondo e di guardarlo da lontano, continuando a giudicarlo ma senza intervenire. Un Dio che ha bisogno dell’uomo per tornare a comprendere l’umanità e ad averne misericordia (nell’accezione non pietistica ma elevata del termine).

Titolo originale
Trois couleurs: Rouge
Regia
Krzysztof Kieslowski
Cast
Irène Jacob, Jean-Louis Trintignant, Fréderique Feder, Samuel Le Bihan, Marion Stalens
Genere
Drammatico
Durata
100 - colore
Produzione
Francia (1994)
Distribuzione
Lucky Red